Il Segreto della Ballerina – Parte 3 – (abbozzo a olio)

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Terza parte del dipinto/work in progress “Il segreto della ballerina”. Vi ricordo che la prima e la seconda parte le trovate QUI e QUI.
L’ultima volta abbiamo lasciato il dipinto sotto forma di bozzetto monocromatico. Questa tecnica, molto antica, si chiama “pittura a grisaglia” e consiste nel modellare i volumi in bianco e nero, lasciando l’applicazione del colore alla fase successiva.

A questo punto proseguo con delle velature trasparenti, in modo da applicare il colore lasciando il monocromo sottostante ben visibile. Quando si usano i colori a olio si possono effettuare velature con tutti i colori, basta diluirli fino alla trasparenza, utilizzando un medium adatto. Il prodotto che uso come medium è il Liquin Light Gel, una resina alchidica che ha la caratteristica di incrementare la trasparenza e la fluidità del colore, accelerando al tempo stesso i tempi di essiccazione. Usando il Liquin, posso applicare diverse velature in rapida successione, senza dover aspettare i lunghi tempi di essiccazione che caratterizzano la pittura a olio.

Di solito si può aspettare un quarto d’ora/mezz’ora circa tra una velatura e l’altra, anche se consiglio di lavorare “a rotazione”: mentre una parte asciuga, si lavora in un’altra sezione del dipinto in modo da non perdere tempo.Come ho detto, i colori a olio sono tutti trasparenti o semi-trasparenti, ciò che li rende coprenti è l’aggiunta di bianco opaco alla mescolanza, solitamente il bianco di titanio. Quindi se vogliamo applicare velature, basta diluire il colore a sufficienza senza aggiungere bianco coprente alla mescolanza.

E’ bene notare che alcuni colori, per la loro trasparenza e brillantezza, si adattano meglio di altri a essere applicati a velatura. I miei preferiti, senza dubbio, sono gli ossidi: rosso ossido trasparente, bruno ossido trasparente, giallo ossido trasparente. I migliori ossidi in commercio sono quelli prodotti da Vasari e quelli della gamma Mussini della tedesca Schmincke.
Con questi colori trasparenti, diluiti col Liquin,( ma senza esagerare), procedo a “colorare all’acquerello” le varie parti del monocromo. Per questo lavoro è meglio usare pennelli morbidi, come quelli usati per l’appunto nella pittura ad acquerello.

Non c’è bisogno di costosi pennelli di martora, anche quelli economici in pelo di bue andranno benissimo, l’essenziali è che siano di pelo morbido (naturale o sintetico) e possibilmente a testa piatta. Uso per velare anche i pennelli a testa tonda, anzi, ora che ci penso li uso tantissimo, ma se devo velare una superficie ampia e voglio ottenere una campitura uniforme, allora un pennello grande a testa piatta sarebbe più indicato. Nel mio manuale troverete tutte le istruzioni per velare con successo e una lista di colori e materiali consigliati.

Terminata questa fase, lascio asciugare il dipinto per una notte. Il giorno successivo si può cominciare ad aggiungere ai colori un po’ di bianco di titanio, in modo da ottenere una consistenza pittorica più densa e opaca. In pratica si passa dal trasparente al semi-trasparente, introducendo gradualmente il bianco nelle mescolanze. A questo punto consiglio di passare ai pennelli di setola, oppure a dei robusti pennelli sintetici, in modo da poterlo manipolare con facilità.
Anche questa fase, se si lavora col giusto metodo, non è troppo difficile: si mescolano le tinte di base sulla tavolozza e poi si applica il colore giusto al posto giusto, una zona dopo l’altra. Non dovete sfumare o manipolare troppo il colore in questa fase: l’essenziale è coprire in modo uniforme la superficie del dipinto, senza lasciare segni di pennellate evidenti o superfici irregolari.

In alcuni punti, nelle parti in ombra per esempio, lascerò trasparire la grisaglia e le velature trasparenti che ho steso in precedenza. Nelle parti più in luce applicherò il colore più denso e opaco. Anche i pittori del ‘500 e del ‘600 lavoravano così: dipingevano dallo scuro al chiaro, lasciando le ombre trasparenti o semitrasparenti, mentre le parti in piena luce erano rese con mescolanze di colore denso e opaco. In questa fase il colore deve avere una consistenza cremosa, diciamo simile alla maionese. Se qualcuno di voi ha mai provato la pittura a gouache… è quella la consistenza giusta: il colore dev’essere opaco, ma al tempo stesso abbastanza fluido e cremoso, in modo da poter essere applicato e modellato con un pennello morbido.

Il risultato è quello che vedete in foto: il dipinto non ha più un aspetto piatto e monocromatico, i volumi cominciano a prendere forma. Le campiture di colore principali sono già al loro posto, anche se sono più chiare o più scure rispetto a quello che sarà l’aspetto finale.

In qualche punto del dipinto, come il teschio ad esempio, il colore è già steso con uno spessore abbastanza denso e pastoso. Nella quarta e ultima fase, che caricherò fra pochi giorni, il dipinto subirà una vera trasformazione, diventando più colorato, brillante e dettagliato. In questa quarta fase procederò a modellare meglio i volumi e a rifinire e perfezionare il tutto. State sintonizzati!

A tutti coloro che volessero approfondire le tecniche dell’illustrazione e della pittura a olio, ricordo che su Amazon.it è in vendita il mio manuale “Realismo Fantastico – Processo creativo, Materiali, Tecniche di pittura a olio”. Il manuale è anche disponibile in lingua inglese su Amazon.co.uk e Amazon.com.

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