Il Segreto della Ballerina – Parte 4 – (il dipinto finito)

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Con questa quarta e ultima parte si conclude il work in progress del dipinto “Il segreto della ballerina”. Ricordo che le parti precedenti le potete trovare ai seguenti link:

Parte 1 – (bozzetto preliminare a gouache)
Parte 2 – (preparazione supporto e imprimitura)
Parte 3 – (abbozzo a olio)

Completare un dipinto è il momento più gratificante, ma è anche la fase più rischiosa in cui si possono rovinare delle parti ben fatte.
La difficoltà principale, in questo caso, era la presenza di tanti elementi in competizione tra loro che potevano facilmente rubarsi la scena a vicenda, privando il dipinto del suo punto focale.
Per scongiurare questo rischio ho utilizzato il bianco delle porte e le silhouettes dei due amanti come punto focale dell’intera scena.
Le parti più luminose e dettagliate di un dipinto sono sempre quelle che vogliamo mettere in maggiore evidenza.

Una cosa che mi sono dimenticato di dirvi è che la composizione del dipinto è stata studiata in modo da guidare l’occhio dell’osservatore attraverso un percorso visivo. Qui potete vedere delle linee-guida che mostrano questa “impalcatura invisibile” che sorregge la scena.
Se non avessi prestato attenzione all’aspetto compositivo, tutte queste immagini sarebbero state slegate tra loro e avrebbero dato al dipinto un’aria caotica e disordinata. In altre parole poco leggibile.

Seguendo questo percorso la storia viene raccontata: ci sono due amanti, la donna è una ballerina (o forse una ex-ballerina) sposata con un uomo ricco (lo possiamo intuire dai gioielli e dalla pelliccia).

Il delitto è stato compiuto con un paio di forbici. Sulla scena ci sono due diversi cadaveri: uno è il marito, l’altro è collegato a un corvo e a un palcoscenico (può trattarsi di un ricattatore o di un testimone pericoloso che minacciava di spifferare il segreto della coppia).
Questa perlomeno è la mia interpretazione, la vostra potrebbe anche essere diversa. Un aspetto che resta ambiguo è se il duplice delitto sia davvero avvenuto oppure no. Potrebbe trattarsi di un sogno, o magari di una premonizione. Credo che non dire tutto e lasciare un po’ di mistero possa rendere un quadro più interessante.

Veniamo adesso alle note tecniche. Alcuni si chiederanno come ho dipinto certi elementi della scena, come ad esempio la pelliccia, che è venuta molto realistica, o il bagliore delle forbici.
La stola è stata dipinta con un pennellino di setola, un po’ logoro, usando del Flake white e cioè del bianco di piombo.
E’ lo stesso bianco che usavano i pittori del ‘600, come Rembrandt. Rende molto evidenti le singole pennellate e ha una sua consistenza caratteristica. Questo mi ha permesso di rendere la stola facilmente e in pochi minuti.

In alcuni punti dai contorni molto regolari (porte, colonne del palcoscenico) ho usato del frisket removibile come mascherina per ottenere delle linee dritte. E’ un espediente che uso raramente, ma in certi casi può essere utile.
Il bagliore delle forbici e lo scintillio dell’occhio li ho ottenuti applicando del bianco di titanio con una piccola spatola flessible. Con un pennellino di setola ho poi sfumato leggermente il colore fresco, in modo da suggerire il bagliore del metallo.

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