“Ammentos” by Fabio E. N. Frau – 2016 (oil on board-cm 83 X 80,5).

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La parola “Ammentos” in sardo vuol dire ricordi, rimembranze. Ho scelto questo titolo perché il Mamuthone, maschera tipica del carnevale di Mamoiada, mi ha sempre fatto pensare a una figura ancestrale che sembra emergere dal buio profondo della notte dei tempi.

La sua presenza enigmatica, da figura quasi onirica, colpisce soprattutto per la sua forte carica tribale. Chiunque abbia visto i mamuthones dal vivo prova la stessa sensazione: quella di assistere a un rito arcaico e fuori dal tempo, che sembra non appartenere al nostro mondo e alla nostra epoca. Questa stessa sensazione, di profonda partecipazione mista a straniamento, l’ho provata da bambino, molti anni fa, quando vidi uno splendido documentario sui “mudmen”, gli uomini di fango dell’isola di Papua Nuova Guinea. La carica espressiva delle due maschere è praticamente identica, anche se i mamuthones, col ritmo della danza e il suono ipnotico dei campanacci, riescono a essere, se possibile, ancora più inquietanti.

L’occasione per questo dipinto è nata da un pannello quasi quadrato, che da molti anni stazionava nel mio studio. Stanco di vederlo appoggiato a una cartella, ho pensato che fosse giunto il momento di farci qualcosa.
Il formato quadrato è inadatto a quasi ogni genere di soggetto. Non si presta per fare i paesaggi, che necessitano quasi sempre di un formato orizzontale. Non va bene neanche per i ritratti e le nature morte, perché la composizione tende a risultare statica e poco interessante.

Ho quindi pensato di aggirare questo ostacolo, cercando un soggetto che dominasse la scena senza bisogno di particolari artifici compositivi. L’immagine doveva essere di forte impatto e racchiusa in un blocco unico. Da sardo mi è venuto spontaneo pensare al mamuthone, per il suo mistero e la sua carica espressiva.

La sfida più difficile consisteva nel creare uno sfondo interessante, che facesse stagliare bene la figura. Ho pensato a un muro sbrecciato, di mattoni di terra cruda tenuti insieme da un intonaco a base di calce. A destra, sotto i rampicanti, si intravede un muro di cinta costruito a secco, con delle pietre opportunamente disposte e assemblate. Questo tipo di materiali è tuttora molto utilizzato nei piccoli centri della Sardegna.

A chi fosse interessato ad approfondire la maschera del Mamuthone e più in generale la tradizione del carnevale barbaricino, suggerisco di vedere questi due video. Il primo video, privo di commento ma con un suggestivo sottofondo musicale, fa percepire il fascino misterioso di queste figure “ieratiche e barbariche al tempo stesso”.

Il secondo video è un breve documentario del 1957, di Fiorenzo Serra, che rappresenta una preziosa testimonianza storica e antropologica.

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